UN PIANETA DA SALVARE

Povertà, fame, distruzione dell´ambiente

Nel 2020 la povertà e la fame arriveranno a colpire ben 3 miliardi di persone, un terzo di queste saranno agricoltori. Ogni anno 60 milioni di contadini lasciano la loro terra per andare a cercare un vita migliore in città, ma non la trovano. Oggi 16 megalopoli su 22 si trovano nei paesi in via di sviluppo e il 70% della popolazione urbana di questi paesi vive nelle baraccopoli. Attualmente sono già un miliardo i contadini che non hanno accesso ai mezzi minimi di produzione e un miliardo sono anche i senzatetto “abitano” la terra. 400 milioni di poveri sono concentrati nell´Africa sub-sahriana dove il 50% della popolazione è in condizioni di assoluta emergenza. Qui, come in gran parte dell´Africa, dell´America Latina e dell´Asia la situazione della sicurezza sanitaria e alimentare è ormai prossima al disastro. Disastro che anche ambientale: la deforestazione, creata dalle multinazionali, sta provocando cambiamenti climatici e desertificazione. Un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all´acqua potabile e ogni anno 1.000 specie di animali scompaiono dal nostro pianeta.

 

Se non si cambia non c´è futuro

La sicurezza alimentare, come pure un ambiente sicuro e pulito dovrebbero essere un patrimonio mondiale comune e un diritto per tutto il genere umano. Il debito dei paesi in via di sviluppo promuove lo sfruttamento iniquo delle risorse da parte dei paesi più sviluppati. Paesi sviluppati che immettono le loro eccedenze alimentari - a prezzi ribassati fino al 60%!- sui mercati dei paesi poveri rendendo praticamente impossibile la crescita e lo sviluppo di aziende agro-alimentari locali. 

La politica dei paesi ricchi e delle multinazionali sta in questo modo distruggendo la biodiversità. Siamo di fronte a una nuova forma di colonizzazione e a un sistema che continua ad avvantaggiare i forti e a rendere sempre più grave il problema della povertà e della fame. Seguendo questa tendenza, se non proviamo a mettere in discussione i fondamenti della nostra economia, se non usciamo dalla legge della domanda e dell´offerta, del produrre il più possibile e dell´avere in abbondanza, nel 2030 il 40% della popolazione mondiale sarà al di sotto della soglia di povertà e non avrà la possibilità di pagare “il prezzo di mercato” per nutrirsi. Insomma, a meno che non accettiamo la morte degli affamati, dobbiamo per forza passare a una nuova economia, un´economia ispirata a valori morali e religiosi, un´economia solidale e sostenibile, l´unica in in grado di tutelare il diritto alla vita di miliardi di poveri, l´unica in grado di garantire un futuro sano a tutti noi e all´ambiente in cui viviamo.